venerdì 17 gennaio 2020

Brianza, è emergenza smog. Appello di Legambiente per non peggiorare la situazione con i falò rituali

Concentrazione PM2,5 nella giornata del 17/01/2019 (Fonte Arpa)

Concentrazione PM10 nella giornata del 17/01/2019 (Fonte Arpa)

La Brianza è in allarme smog. Ieri i valori del PM10 nei maggiori comuni brianzoli hanno ampiamente superato il valore limite è di 50 µg/m³. Svetta Meda con una percentuale di  93 µg/m³, segue Muggiò con 84 µg/m³, Nova Milanese con 83 µg/m³, Varedo con 82 µg/m³, Bovisio Masciago e Seveso con 80 µg/m³. Seguono Monza, Desio e Seregno con 78 µg/m³ e Lissone con 74 µg/m³.

Nonostante ciò in alcuni comuni sono stati programmati nei prossimi giorni i falò di Sant'Antonio o quelli della Giubiana.

Legambiente Lombardia ha chiesto alla Regione di fermare questa pratica: "I fuochi che bruciano materiali compositi sono una fonte emissiva di CO2 in utile e dannosa – spiega Barbara Meggetto. Siamo consci dell’aspetto folkloristico e di convivialità che questi eventi hanno per le comunità, ma non devono essere un motivo per peggiorare un’aria che già è irrespirabile. Facciamo un appello al buonsenso degli organizzatori e chiediamo di cancellare i falò in programma, propendendo per azioni simboliche di pari portata emozionale".

La stessa Regione, nel suo sito, ammette che:"Anche i falò rituali contribuiscono al peggioramento della qualità dell’aria, producendo effetti che possono persistere per diversi giorni, soprattutto nei periodi invernali di stabilità atmosferica favorevole all’accumulo degli inquinanti.
Bruciare all’aperto una sola catasta di legna di medie dimensioni inquina quanto un Comune di 1.000 abitanti che per 8 anni si riscalda a metano!"


Nel grafico sottostante si riporta, a titolo di esempio, il contributo dei falò di S. Antonio alle concentrazioni di PM10 su due stazioni dell’Agglomerato di Milano rilevato da ARPA Lombardia il 17 gennaio 2011. Si vede come in poche ore la concentrazione di PM10 rilevata dalla centralina sia aumentata di 4 - 5 volte rispetto alle condizioni precedenti all’accensione dei falò, arrivando a valori fino a 400 mg/mc (limite giornaliero 50 mg/mc).


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