In un angolo apparentemente tranquillo di Seregno, si nasconde un enigma urbano degno di far impallidire persino Sherlock Holmes. Una strada – o forse no – che compare e scompare tra mappe digitali, cartelli fisici e documenti comunali, cambiando nome ogni volta che qualcuno prova a identificarla. Un vero e proprio thriller toponomastico.
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La segnalazione di un nostro lettore |
Tutto comincia con una segnalazione di un nostro lettore: esiste una via riportata in alcuni documenti come Smenata, in altri come Smentana, Smetana, e in uno di quelli più ufficiali come Antanas Smetana. Ma c’è un problema: nessuno trova una targa con quel nome, e nessun abitante pare averne mai sentito parlare.
Google Maps, da parte sua, getta solo altra benzina sul fuoco collocandola dove in realtà c’è... via Solferino.
La ciliegina sulla torta? Un cartello comunale piantato nell'aiuola proclama con fierezza: “Via Crocefisso”, peccato che anche questo, secondo le mappe, dovrebbe essere da tutt’altra parte. Insomma, qui le vie cambiano nome come i testimoni nei gialli.
E chi sarebbe mai questo Antanas Smetana? Si è scoperto che non esiste. Forse si voleva rendere omaggio ad Antanas Smetona, storico presidente della Lituania. Ma l’errore di trascrizione lo ha tramutato in un perfetto sconosciuto. O meglio: un personaggio immaginario degno di una fiction baltica.
Ma non finisce qui. A confondere ulteriormente la vicenda ci si mette anche Bedřich Smetana, celebre compositore ceco dell’Ottocento, noto per i suoi poemi sinfonici. Quindi ora abbiamo almeno tre identità in conflitto per una singola via: un politico lituano, un compositore boemo e un’entità cartografica sfuggente.
Ma la vera perla arriva ora: via Smetana compare ufficialmente nell’elenco comunale della raccolta rifiuti. Il che significa che i bidoni della spazzatura ricevono più certezze di qualunque cittadino o navigatore GPS.
A oggi, quella strada rimane ufficialmente indefinita. Un tratto di asfalto dove il navigatore si perde, i postini esitano, e i cittadini si limitano a dire: “È lì… dietro quel giardinetto… dove la via cambia idea.”
Forse, più che correggere il nome, bisognerebbe celebrarlo: perché in fondo, è l’unica via al mondo che rappresenta l’intera gamma dell’errore umano, dalla digitazione sbagliata alla confusione geografica, passando per il plagio musicale e l’oblio storico.
Ho letto la vita di Antanas Smetona che da Presidente lituano fuggi dalla occupazione sovietica in USA dove morì povero in un incendio. Un personaggio "attuale" visto ciò che è successo in Ucraina. Si meriterebbe da parte nostra un po' di dignità, ALMENO nella rettifica del suo nome e cognome e un film....
RispondiEliminaAnch’io abito nel quartiere, e sinceramente ho sempre pensato che quella strada si chiamasse via Crocefisso, come indicato dal cartello comunale sul posto. Nessuno l’ha mai chiamata “Smetona”, e il nome non compare nemmeno nella vita quotidiana. La confusione tra mappe cartacee, digitali e atti ufficiali è qualcosa che andrebbe chiarito una volta per tutte: oggi persino i servizi pubblici non sembrano sapere con certezza dove si trovano.
RispondiEliminaQuanto ad Antanas Smetona, è vero che fu presidente della Lituania e morì negli Stati Uniti in un incendio, in circostanze drammatiche. Ma leggendo la sua biografia, per esempio su Wikipedia, si scopre anche che la sua figura è tutt’altro che lineare: diventò presidente la prima volta dopo l’indipendenza del 1918, ma tornò al potere nel 1926 con un colpo di stato militare, instaurando un regime autoritario. Sciolse il parlamento, impose la censura, limitò le libertà politiche e fu vicino a movimenti di estrema destra.
Non si tratta di negare il valore storico del personaggio, ma forse prima di intitolargli una via – per di più con il nome sbagliato – sarebbe il caso di riflettere, e magari coinvolgere la cittadinanza.
Sarebbe interessante sapere quando, perchè e chi ha proposto e deciso questo nome a questa via che non avendo alcun accesso a proprietà poteva essere benissimo una piccola diramazione di via Solferino ed evitare il ripetersi , stando a quanto dice il lettore prima di me, di vie "imbarazzanti" come quella dell'Ivo Oliveti ( fascista della prima ora, segretario del partito nazionale fascista sez. emiliano-romagnola, console della Milizia (MVSN), cioè le squadracce fasciste che torturavano e uccidevano gli oppositori politici, comandante della 82° legione “Benito Mussolini”, componente del Direttorio nazionale del Pnf........infine in Etiopia si distinse nei bombardamenti sulla popolazione civile)
EliminaNon sappiamo con precisione quando la cosiddetta via “Smetana” abbia assunto questo nome né chi l’abbia proposto. Anche perché, non essendoci numeri civici né cancelli o ingressi, non risulta possibile nemmeno verificare l’esistenza di residenti su quella che tutti nel quartiere considerano una naturale diramazione di via Solferino.
EliminaCuriosamente, l’unica targa presente riporta “via Crocefisso”, che però risulta altrove nella toponomastica ufficiale, come strada parallela a qualche decina di metri più a nord. Un vero caos, insomma.
In altri casi abbiamo già segnalato situazioni simili: vie intitolate due volte con lo stesso nome (come via Birago e via Bolsena) o vie con doppia identità sulle targhe stradali, come via Pacini, che a seconda del lato della strada si chiama Giovanni o Domenico. Un disordine toponomastico che meriterebbe attenzione e forse una revisione generale.
Quanto a Smetana, è plausibile che la denominazione sia avvenuta negli anni ’80, quando furono costruiti gli edifici che si affacciano su quel tratto: prima, la via non esisteva neppure.
Diverso è il caso, certamente più grave, di via Ivo Oliveti. Come già ricordato in un altro post dedicato a lui, fu un importante esponente del fascismo: segretario del PNF in Emilia-Romagna, console della MVSN, componente del Direttorio nazionale, giudice del Tribunale Speciale, e acceso sostenitore della pena di morte. Una figura che oggi suscita fortissime perplessità. Si racconta persino che, per festeggiare una condanna a morte, abbia offerto una prostituta al presidente del tribunale. Vicenda miserevole, senza mezzi termini.
La via gli fu dedicata durante il ventennio fascista, e – secondo una nostra ipotesi – dopo la Liberazione non fu rinominata, forse perché si pensava che il toponimo si riferisse all’abbazia dei monaci Benedettini di Santa Maria di Monte Oliveto, situata nelle vicinanze. Una confusione, stavolta, non burocratica ma storico-politica.