venerdì 9 maggio 2025

Mentre l’Europa celebra, Gaza muore: un appello per rompere il silenzio


Il 9 maggio è da sempre la Giornata dell’Europa, nata per celebrare l’inizio del cammino di integrazione tra Paesi che, dopo la Seconda guerra mondiale, scelsero la pace come fondamento di un nuovo ordine. Quest’anno, Brianza Centrale aderisce all’appello per Gaza lanciato da Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo: un invito a tutte e tutti, ovunque si trovino, a parlare di Gaza, raccontarla, gridarla. Sui social, nei media indipendenti, nelle strade e nelle piazze. E sceglie di rilanciarlo affinché questa giornata possa diventare anche un momento di coscienza e mobilitazione, contro l’orrore che si consuma a Gaza e nel silenzio troppo spesso complice dell’Europa.

Ecco il testo dell’appello:

“Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.

Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza.

Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.

Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.

Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.

Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday.

Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.

Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.”

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