domenica 15 settembre 2013
In Provincia di Lecco i cacciatori dettano le regole! Chi tutela i cittadini e l’ambiente?
15 settembre 2013: apertura della caccia. Una ricorrenza importante per alcuni e il ritorno di un’attività insostenibile per molti altri.
Siamo in troppi e in poco spazio, la cementificazione del territorio ha raggiunto livelli inimmaginabili e la fauna selvatica è già alquanto stressata o compromessa.
Ma non basta.
Attualmente in Provincia di Lecco è in corso la stesura del nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP). Un procedimento amministrativo iniziato nel 2007 e mai giunto a termine per lentezza burocratica e divergenze d’opinione, ed ora che le province sono sul punto di essere sciolte o commissariate, ecco la corsa a deliberare.
Niente da dire se non fosse che l’orientamento politico attuale sembra essere più attento a soddisfare gli interessi dei cacciatori, che quello della salvaguardia ambientale, nonostante l’opinione pubblica sempre più contraria alla pratica venatoria. Ricordiamo che un recente sondaggio condotto da IPSOS per conto del Ministero del Turismo (quindi indipendente!), dimostra come la stragrande maggioranza degli italiani (80%) ritenga che la caccia andrebbe vietata o maggiormente regolamentata.
La bozza di Piano provinciale propone invece una pesante riduzione del territorio in cui vigono gli istituti di tutela (oasi di protezione, zona a maggior tutela, ecc.) nelle seguenti proporzioni:
Concretamente ci giochiamo un quarto delle aree provinciali protette per mettere a disposizione di ogni singolo cacciatore 37 ettari di territorio per cacciare!
Passeggiando lungo la riva dell’Adda, potrà capitarci di sentir cadere a pochi metri dai nostri passi, i pallini di uno sparo: i campi attualmente adibiti all’addestramento dei cani saranno infatti aperti alla caccia, sebbene ci si trovi all’interno di un parco regionale e soprattutto al confine con la riserva naturale della Palude di Brivio!
E ancora, un valico montano tra il Monte Legnone e il Legnoncino (Roccoli Lorla), importante per il transito degli uccelli migratori, sarà aperto alla caccia sulla base di uno studio tecnico commissionato e pagato dal mondo venatorio. Il documento nega infatti il passo migratorio giustificandosi con una supposta scarsa resa dei roccoli di caccia presenti sul finire del diciannovesimo secolo!
È questa l’obiettività e la serietà che dovrebbe guidare la gestione del territorio?
Altro aspetto... L’Assessore alla Caccia, Dott. Signorelli, ha designato un proprio “uomo di fiducia” per essere informato sugli sviluppi del nuovo Piano. Peccato sia un cacciatore! L’assessore non avrebbe dovuto rivolgersi direttamente agli Uffici Tecnici della Provincia e fidarsi della loro competenza?
Nel frattempo, per una scelta di gestione interna, i censimenti della fauna tipica alpina sono svolti dai soli cacciatori, non più affiancati dalle guardie venatorie provinciali. I dati raccolti serviranno a stabilire il limite di abbattimento delle diverse specie per la prossima stagione venatoria. Quale garanzia sulla correttezza di quei dati?
Questi alcuni degli aspetti che più ci inquietano, sui quali avremo modo di interloquire con la Provincia nei modi e tempi previsti dalle legge. Ora, in occasione dell’apertura della caccia, ci è sembrato doveroso informare l’opinione pubblica sugli orientamenti e i possibili sviluppi.
Contatti:
Legambiente Lecco lecco@legambiente.org ,via Bovara 1/F 23868 Valmadrera (LC)
CROS - Varenna cros.varenna@libero.it , via Venini, 17 23829 Varenna (LC)
WWF Lecco sezione@wwf.lecco.it , Località Camporeso 23851 Galbiate (LC)
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