giovedì 2 febbraio 2017
Maledetta serpe a Vimercate
Nel 630° anniversario della fondazione del Duomo di Milano è arrivato in libreria Maledetta Serpe.
Il nuovo romanzo storico di Luigi Barnaba Frigoli racconta – e celebra – la potenza, l'astuzia e la sconfinata ambizione del sovrano che nel 1386 promosse la fondazione della cattedrale, “ottava meraviglia del mondo”: Gian Galeazzo Visconti, primo Duca di Milano, desideroso di regalare alla città ambrosiana un tempio degno delle altre grandi capitali della Cristianità, da Parigi a Colonia, passando per Vienna.
Dopo averne narrato la spregiudicata e fratricida ascesa sul trono di Lombardia
(La Vipera e il Diavolo – Meravigli, 2013), il giovane autore torna a raccontare le gesta dell’astuto e machiavellico dominus Mediolani, bramoso di cingere, cinque secoli prima dei Savoia, la corona di re d’Italia.
Il signore che riuscì a sbaragliare le armate francesi nella leggendaria battaglia d'Alessandria (1391), celebrata anche da Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso come prima, esemplare vittoria dell’italico popolo contro gli invasori stranieri.
Il “messia” – così lo chiamarono poeti e cantastorie – che alla fine del XIV secolo promise di riunire sotto un'unica bandiera – quella della Biscia – le città italiane, spaccate in fazioni, dimenticate da Papi e Imperatori e depredate da bellicosi mercenari, arrivando in pochi anni a estendere il suo scettro dalle Alpi fino ai confini del Papato.
Attingendo dalle cronache del tempo e riportando alla luce antiche leggende nascoste e dimenticate, Luigi Barnaba Frigoli ripercorre le tormentate vicende di fine Trecento, l’offensiva milanese contro i Comuni liberi e la stoica resistenza di Firenze e di Bologna. Una grande, sanguinosa guerra senza quartiere, che arriverà a coinvolgere anche la Francia dei Valois e le casate tedesche, combattuta da eserciti guidati da condottieri entrati nel mito: John Hawkwood e Jacopo Dal Verme, generali rivali, con un destino legato a doppio filo dall’onore.
Sullo sfondo, il cantiere del Duomo e la “gran macchina" della Veneranda Fabbrica, con le sue dinamiche e i suoi segreti, i suoi notabili e i suoi benefattori maledetti (ladri, assassini, prostitute), che diventano cornice ideale per un vivido affresco non solo dell'Italia, ma – addentrandosi nella corte reale di Parigi e nei palazzi dell’Impero –dell'intera Europa medievale.
Maledetta Serpe è però anche, soprattutto, un romanzo. Dove si muovono personaggi, realmente esistiti o immaginari, che i lettori impareranno ad amare, nel bene e nel male.
E dove guerra, pace, amore, odio, mistero, magia, sete di vendetta e di potere si mescolano alla perfezione in una trama più che mai avvincente, capace di tenere tutti, appassionati del genere e non, letteralmente incollati alle pagine.
Fino alla fine.
Sinossi:
Anno Domini 1395: dieci anni dopo aver usurpato il trono allo zio Bernabò, Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, si prepara a diventare Duca di Milano per volere dell’Imperatore. Nel frattempo, nel cuore della città ambrosiana, la Veneranda Fabbrica lavora alacremente per realizzare la più mirabile cattedrale della Cristianità. L’ottava meraviglia del mondo, degna della potenza dello spregiudicato sovrano: il Duomo. Tutti collaborano all’impresa: nobili e popolani, mercanti e artigiani, ricchi e poveri. Ma anche ladri, assassini e prostitute: i donatori maledetti, accolti ogni notte dallo schivo Tommaso da Seveso.
Alla vigilia del trionfo del Conte, compare una dama misteriosa pronta a regalare alla Fabbrica tre splendidi, preziosissimi anelli. Smeraldi, zaffiri e diamanti. In cambio, vuole solo poter raccontare una storia. La storia di una guerra senza quartiere. Di uomini coraggiosi, guidati da grandi condottieri. Di amori e tradimenti, rimorsi e menzogne. Di spie e sicari, principi spodestati e inquisitori a caccia di streghe.
Una storia che oltrepassa le Alpi per arrivare fino in Francia, alla corte dei Valois,
e in Germania, nei palazzi di Baviera. La storia degli eredi di Bernabò, assetati di vendetta. La storia di Firenze e di Bologna, ultimi Comuni liberi. Ultimi baluardi contro la sfrenata ambizione del tiranno milanese, la maledetta serpe che culla il sogno dei sogni. Cingere la corona d’Italia.
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