Il coordinamento “Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile” propone a Seveso (Bosco delle Querce, ingresso da via Ada Negri) alle ore 21 di venerdì 14 dicembre, un incontro a tema Pedemontana e rischio diossina.
Relatori:
- Edoardo Bai – Medico dell’ISDE e comitato scientifico Legambiente
- Paolo Crosignani – Medico della Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori di Milano
- Paolo Rabitti – Ingegnere, urbanista e docente universitario, autore del libro “Diossina, la verità nascosta”
- Marco Tagliabue – Regista, autore del filmato “Pedemontana uscita Seveso” della Rete Svizzera Italiana
PEDEMONTANA E DIOSSINA NE PARLIAMO A SEVESO
di Paolo Conte, portavoce di INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
L'esigenza di questo incontro, che coinvolge esperti di salute e ambiente, nasce da quanto la comunità scientifica internazionale ha recentemente segnalato relativamente ai danni sulla salute prodotti in seguito all’incidente ”Icmesa” nel 1976 con la dispersione di TCDD sul nostro territorio. Ci riferiamo in particolare a quanto espresso dall'articolo Dioxin Exposur and Cancer Risk in the Seveso Women's Health Study, pubblicato in "Environ Health Perspect" del dicembre 2011 a firma di diversi studiosi tra i quali i quali Paolo Mocarelli. Da questo studio emerge che le donne che hanno TCDD nel sangue (parametro che in passato non era possibile quantificare al contrario di oggi), comparate a quelle che non ne hanno, hanno un rischio doppio di ammalarsi di tumore in ogni parte del corpo, una volta e mezzo superiore per quanto riguarda il tumore al seno.
La notizia è relativamente nuova perché fino a questo momento gli scienziati non erano in grado di dire se effettivamente i soggetti esposti all'incidente del 1976 fossero più a rischio di contrarre un tumore: il travisamento nella lettura dei dati era generato dal fatto che veniva paragonata l’incidenza dei tumori tra le donne che al tempo dell’incidente abitavano nelle zone A/B/R. Questo paragone mostrava come dato di rilievo l'inversione delle nascite maschi/femmine e l'aumento di sarcomi nelle parti molli nelle donne residenti in zona R (quindi nella zona potenzialmente meno contaminata). In altre parole la scienza assumeva come discrimine una classificazione amministrativa, che poco aveva a che fare con l'effettiva concentrazione di TCDD nell’ambiente e sull’organismo umano, ma che riguarda piuttosto le soluzioni operative che furono trovate all'epoca per affrontare l’emergenza.
Questo aspetto è particolarmente importante oggi: se, come è vero, il TCDD è un cancerogeno totipotente e la classificazione nelle zone A/B/R è amministrativa e non sostanziale, le istituzioni del territorio hanno il dovere di riconsiderare la decisione assunta di portare un'opera come Pedemontana e la prevista viabilità complementare proprio nei comuni colpiti dall’incidente. E' necessario che le istituzioni facciano il possibile, per quanto di competenza, per fermare l’opera, e che qualora si decidesse di non farlo, vengano assunte tutte le necessarie cautele per il rigoroso e puntuale controllo di tuta la filiera operativa che sarà legata alla bonifica integrale delle aree interessate dei lavori, nonché per la tutela della salute dei lavoratori impiegati nell’opera e dei cittadini ivi residenti che tali lavori autostradali esporranno al rischio. Anche i dati ARPA 2008 confermano che il terreno che il progetto autostradale prevede di movimentare è tuttora contaminato. E ancora: l'analisi scientifica commissionata dalla RSI e trasmessa nel documentario "Pedemontana, uscita Seveso" evidenzia la presenza di TCDD nelle uova prodotte nella zona dove sono previsti svincoli e strade complementari alla Pedemontana.
di Paolo Conte, portavoce di INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
L'esigenza di questo incontro, che coinvolge esperti di salute e ambiente, nasce da quanto la comunità scientifica internazionale ha recentemente segnalato relativamente ai danni sulla salute prodotti in seguito all’incidente ”Icmesa” nel 1976 con la dispersione di TCDD sul nostro territorio. Ci riferiamo in particolare a quanto espresso dall'articolo Dioxin Exposur and Cancer Risk in the Seveso Women's Health Study, pubblicato in "Environ Health Perspect" del dicembre 2011 a firma di diversi studiosi tra i quali i quali Paolo Mocarelli. Da questo studio emerge che le donne che hanno TCDD nel sangue (parametro che in passato non era possibile quantificare al contrario di oggi), comparate a quelle che non ne hanno, hanno un rischio doppio di ammalarsi di tumore in ogni parte del corpo, una volta e mezzo superiore per quanto riguarda il tumore al seno.
La notizia è relativamente nuova perché fino a questo momento gli scienziati non erano in grado di dire se effettivamente i soggetti esposti all'incidente del 1976 fossero più a rischio di contrarre un tumore: il travisamento nella lettura dei dati era generato dal fatto che veniva paragonata l’incidenza dei tumori tra le donne che al tempo dell’incidente abitavano nelle zone A/B/R. Questo paragone mostrava come dato di rilievo l'inversione delle nascite maschi/femmine e l'aumento di sarcomi nelle parti molli nelle donne residenti in zona R (quindi nella zona potenzialmente meno contaminata). In altre parole la scienza assumeva come discrimine una classificazione amministrativa, che poco aveva a che fare con l'effettiva concentrazione di TCDD nell’ambiente e sull’organismo umano, ma che riguarda piuttosto le soluzioni operative che furono trovate all'epoca per affrontare l’emergenza.
Questo aspetto è particolarmente importante oggi: se, come è vero, il TCDD è un cancerogeno totipotente e la classificazione nelle zone A/B/R è amministrativa e non sostanziale, le istituzioni del territorio hanno il dovere di riconsiderare la decisione assunta di portare un'opera come Pedemontana e la prevista viabilità complementare proprio nei comuni colpiti dall’incidente. E' necessario che le istituzioni facciano il possibile, per quanto di competenza, per fermare l’opera, e che qualora si decidesse di non farlo, vengano assunte tutte le necessarie cautele per il rigoroso e puntuale controllo di tuta la filiera operativa che sarà legata alla bonifica integrale delle aree interessate dei lavori, nonché per la tutela della salute dei lavoratori impiegati nell’opera e dei cittadini ivi residenti che tali lavori autostradali esporranno al rischio. Anche i dati ARPA 2008 confermano che il terreno che il progetto autostradale prevede di movimentare è tuttora contaminato. E ancora: l'analisi scientifica commissionata dalla RSI e trasmessa nel documentario "Pedemontana, uscita Seveso" evidenzia la presenza di TCDD nelle uova prodotte nella zona dove sono previsti svincoli e strade complementari alla Pedemontana.
Nessun commento:
Posta un commento
Invitiamo gentilmente chi utilizza questo spazio per i commenti a rimanere in tema con il contenuto del post e a mantenere un linguaggio rispettoso, anche quando le opinioni sono diverse. Si informa che non verranno pubblicati commenti contenenti promozioni commerciali.