di Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile
“Più asparagi, meno autostrade” questo il messaggio affatto banale del Sindaco di Mezzago al Ministro Delrio e agli altri amministratori presenti all’incontro dello scorso 11 aprile in Provincia di Monza e Brianza per parlare di Pedemontana. Un Sindaco che in dono al Ministro porta il frutto di un territorio che ha qualcosa da tutelare, risultato di investimenti di precedenti amministratori, che già a suo tempo, per altro - pochi tra molti - avevano opposto il loro fermo no al progetto di un’autostrada inutile e dannosa come quella che si è rivelata essere l’incompiuta e monca Pedemontana.
Sembrava un’opera inarrestabile ma ora è ferma al palo. Per quarant’anni è avanzata lenta sui tavoli degli amministratori locali accelerando poi con la velocità artificiosa di una legge berlusconiana - la legge obiettivo - ideata per agevolare la realizzazione di opere definite, ad insindacabile giudizio di pochi, “strategiche”, come il ponte di Messina, crollato ancor prima della sua costruzione.
Una legge però che come ogni legge, può essere messa in discussione, modificata, abrogata come tutto quello che non appartiene all’ordine dei valori fondanti del nostro vivere civile. Sic transit gloria mundi.
Qualcuno in Parlamento - ci ha detto Anna Donati di Green Italia lo scorso 18 marzo a Seveso nell’incontro promosso da Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile - sta cominciando a lavorare su questo. E’ quindi ora di smetterla di prostrarci davanti al totem di una legge sbagliata che nel racconto della sua origine, disvela la malattia dell’Italia dei nostri giorni: sporchi affari, sprechi e devastazioni connessi al cemento e all’asfalto spacciati per opportunità di sviluppo.
Il Ministro Delrio finalmente dice una verità: i soldi dello Stato per finanziare l’opera sono finiti e lo Stato non ne metterà altri. Con le risorse sino a qui stanziate la Pedemontana non è arrivata nemmeno a metà e non è stata completata delle necessarie Compensazioni Ambientali e connessioni viabilistiche. In Monza e Brianza questa verità la sa soprattutto il Comune di Lentate sul Seveso dove i cantieri si interrompono, ma la sanno anche i Comuni di Bregnano, Lomazzo, Cislago e tutti quelli delle tratte finora realizzate.
A metà di marzo scorso il Sindaco di Cislago ha lanciato un accorato appello denunciando la sua lotta senza risposte contro il mostro Pedemontana (e Regione Lombardia che, ostinatamente, continua a volerla) che ha già distrutto il suo territorio.
Perché questo grido di aiuto non viene raccolto dai Sindaci di Monza e Brianza? Le risorse residue dovrebbero in primo luogo compensare l’Ambiente compromesso, poi chiusi i cantieri si debbono trovare soluzioni alternative a partire dalla viabilità intercomunale e dall’investimento sul trasporto pubblico e ferroviario.
L’argomento “Compensazioni Ambientali” e la conclusione dei lavori squisitamente necessari non è stato sinora contemplato e si annuncia un tavolo con il governo dei soli sindaci della provincia di MB.
Perché non tutti i Sindaci dal principio alla fine della potenziale autostrada? Che senso ha ora concentrarsi solo sulla B2 e sulla C e D? Mors tua vita mea?
E che vita sarebbe quella con un cantiere aperto in piena area diossina? Affrontare una bonifica che farebbe ulteriormente innalzare i costi e che porterebbe inutilmente di nuovo sul territorio lo spauracchio della diossina? Perché i Sindaci della B2 non hanno evidenziato questo punto con il Ministro Delrio?
Chiediamo che al tavolo del Ministro, annunciato per la prossima estate, i Sindaci si preparino ad andare in formazione completa e forti di una collaborazione con il territorio che è fatto di cittadini che vanno informati ma anche di gruppi e associazioni competenti con cui i Sindaci devono seriamente interloquire.
Sono questi gruppi, associazioni, coordinamenti che in questi anni hanno messo in discussione il progetto tecnico di Pedemontana, hanno disvelato e contrastato progetti disgraziati quali lo sbancamento del Bosco delle Querce di Seveso e Meda - denunciato le mancate rispondenze alle prescrizioni di legge, i rischi ambientali e viabilistici connessi alla realizzazione dell’infrastruttura - come l’iniziale volontà di procedere sulla tratta B2 senza un piano di caratterizzazione per verificare l’inquinamento dell’area.
I Sindaci dicono di parlare per il territorio. Dunque siano conseguenti coinvolgendo direttamente chi per il territorio e l’ambiente si è sempre battuto evitando che l’intera e delicata partita per fermare quest’inutile autostrada e definire differenti soluzioni viabilistiche e trasportistiche sia relegata al mero tavolo istituzionale poiché, in solitudine, quella dei Sindaci e del Presidente di Monza e Brianza rischia di essere un’azione poco incisiva e poco tutelante per il nostro territorio e ancora subalterna agli interessi degli asfaltatori e cementificatori.
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