mercoledì 16 aprile 2025

Flash mob “NO Pedemontana” a Lissone: la giunta evita il confronto e scappa


Nella serata di ieri, durante la seduta del Consiglio comunale di Lissone, un gruppo numeroso di cittadini ha dato vita a un flash mob silenzioso ma carico di significato. Seduti tra il pubblico, i manifestanti hanno sollevato cartelli identici con la scritta: "NO PEDEMONTANA. NESSUNA COMPENSAZIONE VALE QUESTO DISASTRO!". Un gesto pacifico e composto che ha però avuto un impatto immediato sullo svolgimento della seduta.


Di fronte alla protesta silenziosa, il presidente del Consiglio comunale ha deciso di sospendere temporaneamente i lavori. Contestualmente, la sindaca e la giunta comunale hanno lasciato l’aula. Dopo pochi minuti, il gruppo di cittadini ha abbandonato spontaneamente la sala consiliare, consentendo la ripresa dell’attività amministrativa.


L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per la difesa del territorio – NO Pedemontana di Lissone, che ha poi diffuso un comunicato stampa in cui ribadisce la propria contrarietà al progetto autostradale e, in particolare, alla logica delle cosiddette “compensazioni ambientali” previste per mitigarne l’impatto.


Luigi De Vincentis
, portavoce del Comitato, ha espresso rammarico per la reazione dell’amministrazione: «La sindaca e la giunta, invece di ascoltare i propri cittadini, hanno preferito voltare le spalle e uscire dall’aula», ha dichiarato.

Nel comunicato, il Comitato critica aspramente la sproporzione tra il valore complessivo del progetto – circa 5 miliardi di euro – e le compensazioni destinate a Lissone, pari a circa 1,4 milioni. Un divario definito inaccettabile: «Ai signori del cemento una valanga di denaro, ai cittadini le briciole».


Particolarmente dura la denuncia sul destino del Parco dei Pompieri, danneggiato gravemente da un nubifragio nel 2023 che causò la morte di una cittadina. Il Comitato contesta il fatto che, a due anni di distanza, si preveda di sistemare il parco proprio con fondi legati alle compensazioni di Pedemontana: «Un cortocircuito quasi da ridere, se non si trattasse delle nostre vite».

Nel mirino anche Regione Lombardia, il presidente Attilio Fontana, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e tutti gli amministratori locali che - secondo il Comitato - hanno appoggiato o ignorato il progetto per ragioni politiche. Non è mancata una critica diretta alla sindaca di Lissone, esponente della Lega, accusata di «scaricare le responsabilità» sull’ente regionale, dimenticando che la sua stessa forza politica governa proprio in Regione.


In chiusura, il Comitato ha lanciato un appello affinché gli scavi vengano bloccati e i fondi pubblici destinati a opere utili per i cittadini: «I 5 miliardi di Pedemontana sono soldi nostri. Destiniamoli al bene comune, non ai profitti dei soliti noti».

Un messaggio forte, che si unisce alle iniziative già avviate in altri territori, come nel vicino Vimercatese, dove 11 sindaci di diverse appartenenze politiche si stanno preparando a una battaglia legale per fermare l’opera.

Il comunicato stampa del Comitato per la difesa del territorio - NO Pedemontana di Lissone


Oggi siamo qui per dire che lo scempio di pedemontana non si può compensare.
Samo qui per dire che le "compensazioni" odorano fortemente di fregatura. È il vocabolario della lingua italiana a spiegarcelo.  Il verbo "compensare" viene così definito: "controbilanciare ristabilendo un rapporto di equilibrio o di parità, equilibrare".

Se questo è il significato del verbo "compensare", la domanda sorge spontanea: i progetti di compensazione previsti da Regione Lombardia ristabiliscono un "equilibrio" e una "parità" rispetto al danno dato ai nostri territori? La risposta è ovviamente NO. Ad esempio a Lissone le compensazioni valgono 1 milione e 400 mila euro, complessivamente pedemontana vale quasi 5 miliardi. In breve: ai signori del cemento una valanga di denaro, ai cittadini le briciole.

A Lissone poi il tema compensazioni rischia di assumere tratti grotteschi. Con le briciole delle compensazioni si vuole sistemare il parco dei Pompieri. Ricordiamo cosa è successo ? Nel luglio 2023 un nubifragio ha distrutto il parco e ucciso una nostra concittadina, la prima tragica manifestazione del cambiamento climatico in Brianza. Ora cosa si fa? Con due anni di ritardo lo si sistema con le briciole di Pedemontana, che, asfaltando  milioni di  metri quadrati di suolo, aggraverà pesantemente la crisi climatica in atto. Un cortocircuito quasi da ridere se non si trattasse delle nostre vite.

Siamo qui anche per chiamare per nome i responsabili di tutto questo: Regione Lombardia, Fontana e il Ministro delle infrastrutture Salvini, e a cascata tutti quegli amministratori locali che hanno difeso l'opera per disciplina di partito o, peggio, hanno taciuto lavandosene le mani. Tra questi amministratori complici la  Sindaca di Lissone, Sindaca della Lega, dichiara ai giornali "che non si tratta di un opera comunale ma regionale", come se in Regione non fosse il suo stesso partito a volere fortemente quest'opera. Sono sempre gli stessi, che un giorno decidono di devastate il nostro territorio, il giorno dopo si fanno belli con la fregatura delle compensazioni.  
Intanto a pochi km di distanza, nel Vimercatese 11 sindaci (di ogni orientamento  politico) si apprestano a una battaglia legale per fermare pedemontana, dando a tutti una lezione su come interpretare il ruolo di Sindaco.

Chiediamo che gli scavi vengano bloccati, e soprattutto chiediamo che si inverta la rotta su come spendere i nostri soldi. I 5 miliardi di pedemontana sono soldi pubblici, quindi nostri. Destiniamoli ai bisogni dei cittadini, non ai profitti dei soliti noti

Nessun commento:

Posta un commento

Invitiamo gentilmente chi utilizza questo spazio per i commenti a rimanere in tema con il contenuto del post e a mantenere un linguaggio rispettoso, anche quando le opinioni sono diverse. Si informa che non verranno pubblicati commenti contenenti promozioni commerciali.