Vista aerea della Provincia di Monza e Brianza; la più cementificata d'Italia |
In un articolo scritto da Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, emerge un quadro allarmante riguardo all'uso del suolo in Italia. L'autore evidenzia un'enorme quantità di edifici non utilizzati, basandosi su dati dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell'Istituto nazionale di statistica (Istat).
L'analisi rivela che in Italia esistono 248,7 chilometri quadrati di edifici abbandonati, una superficie tre volte più grande della città di Torino. Questa scoperta diventa ancora più significativa quando si considera il consumo di suolo annuo regionale del 2022. In media, ogni regione italiana ha a disposizione una vasta area edificabile che potrebbe evitare il consumo di suolo per un periodo che varia da 1,6 anni in Trentino-Alto Adige, a 3,2 anni in Lombardia, fino ad arrivare ai 17,8 anni in Calabria.
L'autore sostiene che gran parte di questi edifici potrebbe essere recuperata e sfruttata per ridurre il consumo di suolo, riducendo l'impatto ambientale e le spese pubbliche per nuove infrastrutture. Tuttavia, la decisione finale spetta ai politici e agli urbanisti, che devono decidere se privilegiare il cemento facile o promuovere il recupero dell'edificato esistente.
Paolo Pileri propone un piano d'azione, che comprende l'aggiornamento dei dati sugli edifici non utilizzati e l'approvazione di una legge per fermare il consumo di suolo. Questa proposta mira a spingere il mercato a guardare al patrimonio edilizio esistente anziché alla costruzione su terreni vergini. L'autore enfatizza che il silenzio o il dissenso non sono accettabili senza argomentazioni valide, e che è necessario affrontare con urgenza il problema del consumo di suolo in Italia.
Il testo originale dell'articolo scritto da Paolo Pileri è stato pubblicato il 27 ottobre 2023 su Altreconomia. Per leggerlo cliccare qui.
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